È un aperitivo come tanti, stai aspettando la tua amica.
La giornata è stata lunga, e hai solo voglia di confidarti.
Ma ecco che al tavolo di fianco inizia una conversazione che, senza volerlo, cattura la tua attenzione.
Due amici, poco più che trentenni, si confidano. I loro sussurri, i toni esitanti, i piccoli sorrisi amari – tutto sembra rivelare una realtà più profonda, una ricerca di significato.
E mentre origli involontariamente, scopri di riconoscerti in ciò che dicono…
Noti che lei, Anna, tiene il bicchiere in mano ma non beve; guarda il vino come se aspettasse che le dia una risposta.
“Non so… è come se non avessi più il controllo,” sussurra, quasi come se stesse confessando un segreto. “Ogni mattina mi sveglio e… tutto quello che faccio sembra una sequenza automatica. Lavoro, ma… non so più perché.”
Dall’altra parte del tavolo, il suo amico Davide annuisce, le mani intrecciate davanti a lui, lo sguardo attento.
“Ti capisco,” risponde con voce bassa, quasi un sussurro.
“Sembra tutto giusto, ma è come se mancasse qualcosa. Come se… avessi dimenticato il perché faccio quello che faccio.”
Ti senti improvvisamente coinvolta/o, quasi come se quello che stanno dicendo fosse anche tuo. Una parte di te pensa di rimettere lo sguardo sul cellulare, ma le parole di Anna ti tengono lì, in sospeso.
“Il punto è che…” Anna abbassa ancora di più la voce, e devi tendere un po’ l’orecchio per sentirla. “Non ho nessuno con cui parlare di questa confusione. Tutti sembrano così… certi delle loro scelte, mentre io… sono bloccata.”
Silenzio.
Poi Davide rompe la tensione, il suo tono diventa leggermente più vivace, quasi per darle coraggio. “Guarda,” dice, “non è che ho le risposte, ma… hai mai pensato al coaching? Te lo dico perché… anch’io mi sentivo perso, come te. Un mio amico mi ha suggerito di provare. Diceva che il coaching è come avere qualcuno al tuo fianco, qualcuno che non ti dà risposte preconfezionate, ma ti aiuta a trovarle dentro di te.”
“Coaching?” chiede lei, esitante.
Si vede che il termine la incuriosisce, ma allo stesso tempo la spaventa. Come se la prospettiva di guardarsi dentro così profondamente le facesse paura.
Davide annuisce, il tono rassicurante. “Sì. Non è per tutti, lo ammetto. Ci vuole coraggio, perché ti costringe a farti delle domande scomode. Ma sai una cosa? A me ha cambiato tutto. Mi ha dato quel senso di direzione che avevo perso.”
Anna guarda il suo bicchiere, poi lo solleva con un sorriso stentato. “Forse… è quello che mi serve davvero. Qualcuno che mi aiuti a capire dove voglio andare, e non solo quello che tutti si aspettano da me.”
Mentre sorseggiano il vino, il silenzio che cala fra loro non sembra più imbarazzante, anzi. È come se entrambi stessero riflettendo, profondamente. E mentre li osservi, una parte di te non può fare a meno di chiedersi: e se anche tu, proprio come loro, fossi pronta/o a cercare qualcosa di diverso, di autentico?
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Potrebbe essere l’inizio di una scoperta inaspettata.