C’è qualcosa di unico nel periodo natalizio: il tempo rallenta, i pensieri si distendono e il ritmo frenetico della vita lascia spazio alla riflessione. Tra le luci calde delle feste, quest’anno ho ritrovato il piacere di leggere con calma, di immergermi in storie che parlano non solo alla mente, ma anche al cuore.
Una di queste storie è stata La fabbrica della neve di Claudio Gobbetti, un racconto che mi ha riportato indietro nel tempo, ai miei giorni da sciatrice di fondo. Per me, la neve non è solo un elemento naturale; è un simbolo, una compagna di vita. Ho passato anni tra le distese bianche delle piste, con gli sci che scivolavano veloci, il freddo che pizzicava le guance e il silenzio ovattato che solo la neve sa regalare.
Quando ero una sciatrice di fondo da competizione, la neve era la mia sfida e il mio rifugio. Era il terreno su cui imparavo la disciplina, ma anche il luogo dove sentivo la libertà assoluta. E leggere il libro di Gobbetti durante le vacanze mi ha riportato quella sensazione: la neve come metafora della scoperta, della possibilità di trasformare il paesaggio – e se stessi.
Ed è stato proprio alla fine delle vacanze, riflettendo su tutto questo, che ho capito quanto quelle intuizioni che avevo avuto si intrecciassero con i temi del libro. Come se la neve, per me così familiare, fosse anche una guida verso nuove consapevolezze.
I sogni e l’immaginazione: la neve come tela bianca
La neve ha sempre rappresentato, per me, una possibilità. Quando scivolavo sulle piste da fondo, la vedevo come una tela bianca su cui ogni gesto lasciava una traccia. E Gobbetti mi ha ricordato proprio questo: i sogni e l’immaginazione sono la nostra neve interiore.
In un mondo spesso frenetico, fermarsi a immaginare significa ritrovare lo spazio per creare, per modellare il nostro futuro.
Scoprire il proprio potenziale: una pista tutta da tracciare
Le competizioni di sci di fondo non erano solo una prova fisica, ma anche mentale. Ogni gara mi insegnava qualcosa su me stessa. Allo stesso modo, i personaggi di La fabbrica della neve scoprono il loro potenziale attraverso le sfide.
E io, durante queste vacanze, ho riflettuto su quante possibilità sono ancora nascoste dentro di me – e forse anche dentro di te. A volte basta solo avere il coraggio di mettere gli sci e partire.
La magia del quotidiano: i fiocchi invisibili che costruiscono i nostri giorni
C’è qualcosa di profondamente magico nella neve: cade in silenzio, invisibile al primo sguardo, ma fiocco dopo fiocco trasforma completamente il paesaggio. È un insegnamento che mi porto dietro anche dalla lettura del libro: la magia del cambiamento non è improvvisa, ma si costruisce lentamente, giorno dopo giorno, con piccoli gesti.
La forza delle connessioni autentiche
Quando correvo sulle piste, ogni gara era anche un incontro. Con avversari, compagni di squadra, allenatori. Ed è stato proprio quel senso di comunità, di connessione, che mi ha aiutato a crescere.
Ritrovare quel valore nelle vacanze, tra le persone care, e poi nei temi del libro, mi ha fatto riflettere su quanto il nostro percorso di scoperta non sia mai completamente solitario. Le connessioni che costruiamo sono la rete che ci sostiene e ci spinge ad andare oltre i nostri limiti.
Il richiamo della natura: la neve come maestra di equilibrio
La neve non perdona errori: scivola sotto di te se non sei in equilibrio. Ed è proprio questo che mi ha insegnato negli anni, ed è ciò che ho ritrovato nelle mie sciate solitarie durante le vacanze.
La natura ci richiama costantemente a ritrovare l’equilibrio, a fermarci, respirare e ricordarci chi siamo davvero.
Un viaggio che continua: la tua fabbrica della neve
Le vacanze natalizie sono state, per me, un ritorno alle origini. Alla neve che mi ha cresciuta, alle riflessioni che mi hanno trasformata e ai sogni che, come fiocchi, continuano a posarsi uno sull’altro, creando nuovi paesaggi.
E tu? Qual è la tua “fabbrica della neve”? Quale magia sta aspettando di essere risvegliata dentro di te?
Se senti che c’è qualcosa che sta cercando di emergere – un sogno, un talento nascosto, una direzione ancora inesplorata – questo potrebbe essere il momento di iniziare il tuo viaggio.
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